“L’albero di Natale” più raro al mondo? È madonita!

3 Dicembre 2021
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L’Abies nebrodensis, o come da noi più comunemente chiamato “arvulu cruci cruci”, per via della caratteristica forma dei suoi rami volti a formare delle piccole croci, è l’“Albero di Natale” più raro al mondo.

L’Abete siciliano

L’abete delle Madonie è una delle conifere più notevoli del patrimonio forestale nazionale ed internazionale, sia per l’interesse botanico che per la condizione della sua specie. La Sicilia consta di appena 30 esemplari, confinati in una stretta valle a 1600 metri di altezza, ma la sua storia è ben più complessa. Da emblema del Parco delle Madonie a simbolo della Sicilia, i riconoscimenti dell’Abies nebrodensis premiano l’arduo impegno dei tanti che, giorno dopo giorno, contribuiscono ad allontanare la minaccia dell’estinzione da questo prezioso e fragile gioiello della botanica.

La storia

Un tempo, l’Abies nebrodensis era diffuso su tutte le montagne del nord Sicilia. Agli inizi del Novecento, la conifera venne ritenuta estinta a causa del suo eccessivo sfruttamento. Ma poi un’inaspettata sorpresa. Qualche decennio dopo, un gruppo di botanici scoprì una popolazione superstite nel Vallone Madonna degli Angeli, nel territorio di Polizzi Generosa. Trenta le piante dislocate che negli anni 60 sono state dichiarate specie protetta, e in seguito inserite nella zona a massima protezione del Parco delle Madonie.

L’origine

Il dibattito sulla sua identità è ancora piuttosto acceso. L’Abete venne identificato specie a sé stante per la prima volta da Giovanni Ettore Mattei nel 1908. Tuttavia, c’è chi sostiene che appartenga ad una sottospecie di abete bianco, differenziatosi per isolamento geografico, e chi ancora crede che sia un ibrido tra quest’ultimo e l’abete del nord Africa.

L’aspetto

L’abete, dal colore verde scuro, può raggiungere i 10-15 metri di altezza. La corteccia del suo tronco è di colore bianco-grigiastra, mentre i rami sono di colore brunastro, tendente al rosso. Particolare la loro disposizione: da ciascuno dei rami principali se ne dipartono due laterali e così sempre di seguito, come a formare tante piccole croci. Le foglie, aghiformi e appiattite, presentano una scanalatura lungo la nervatura centrale e due linee bianche nella parte inferiore; esse sono distribuite ai lati e nella parte superiore dei rami.

Esemplare da proteggere

L’Abies nebrodensis, purtroppo, è oggi tra le categorie più minacciate a causa dello sfruttamento. Ma i progetti attivi per la sua salvaguardia fanno ben sperare. Un lungo percorso dedicato non soltanto alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli abeti superstiti, ma anche alla sensibilizzazione della popolazione tramite incontri divulgativi, visite guidate, mostre e pubblicazioni. Botanici e studiosi invitano, tuttavia, a tenere alta l’attenzione sulle possibili minacce ma il futuro dell’Abete siciliano è ancora al sicuro!